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Recupero
Dimensionamento per piccoli modelli

Misurato il peso del modello si può scegliere il sistema di recupero più appropriato. Se il modello pesa intorno a 20-30 gr o meno si può usare la caduta libera, la semplice separazione dell'ogiva, o il nastro. Se il peso va dai 30 gr ai 100 gr l'alternativa pratica è solo il nastro o il paracadute. Infine, se il peso supera i 100 gr non resta che il paracadute.
Naturalmente si possono utilizzare nastri e paracadute anche per modelli molto leggeri, se si dispone di ampio spazio per il lancio, oppure se non c'è vento o se il modello non volerà alto.

Nel caso si utilizzino i sistemi di recupero a caduta (featherweight) o a separazione (espulsione dell'ogiva) non ci sono particolari calcoli da eseguire. Il sistema a caduta richiede solo che il modello abbia una stabilità che venga meno all'espulsione del motore, il sistema a separazione richiede solo che la shock cord (cavo di tenuta o fune di vincolo) sia di una lunghezza che gli permetta di non strapparsi. Una shock cord di lunghezza pari a due o tre volte quella dell'intero modello garantisce i migliori risultati.

I due sistemi di recupero sui quali sono necessari ragionamenti più approfonditi sono il nastro (streamer) e il paracadute:

Nastro

Richiede poche regole, conta più l'esperienza fatta con materiali e dimensioni diverse. Una regola ampiamente confermata dai fatti prevede che il nastro debba avere un rapporto tra lunghezza e larghezza di 10:1. Per esempio un nastro largo tre centimetri dovrà essere lungo trenta centimetri. Aumentando questo rapporto non si ottengono dei miglioramenti significativi mentre si aumenta l'ingombro e il peso. Un'altra regola pratica suggerisce di utilizzare 10 cm2 di nastro per ogni grammo di peso del modello, fermo restando il rapporto di cui sopra.

Questo è un valore minimo, ma nelle gare internazionali si vedono nastri da 10x100 cm montati su modelli che pesano tre grammi!

Per ottenere performance migliori i nastri vengono di solito pieghettati a fisarmonica per metà della loro lunghezza, fissandoli al modello dalla parte liscia.

Il nastro è realizzato ritagliando una semplice striscia rettangolare da un materiale adatto. Il materiale può essere:

  • Carta crespa - Per modelli senza particolari pretese e non fragili.
  • Mylar o plastica simile - Per tutti i modelli. E' molto resistente e mantiene le piegature.
  • Carta da disegno trasparente - E' quella carta traslucida che si usa per ricalcare i disegni. E' molto rigida e mantiene le piegature, ed è sufficientemente robusta per resistere al flappeggio.

Si possono usare anche altri materiali tipo stoffa o plastica morbida, ma sono generalmente troppo morbidi e tendono a flappeggiare molto meno.

Fissaggio del nastro alla shock cord - Nastri semplici in carta crespa si fissano di solito con un dischetto autoadesivo o un pezzetto di nastro adesivo. I nastri in mylar o in carta da disegno vengono fissati quasi sempre facendo passare la shock cord in un'asola praticata ripiegando una estremità del nastro.

 

 


Paracadute

E' il sistema di recupero più efficiente e più complesso, che nei piccoli modelli si usa in versione semplificata. I paracadute di questi modelli sono di tipo piatto, realizzati tagliando un foglio di plastica sottile a forma circolare, esagonale o ottagonale. Un paracadute di questo tipo viene anche chiamato "Parasheet".

A questo foglio vengono legate od incollate delle cordicelle (shroud lines, o funicelle) in filo di cotone o nylon intrecciato che raggruppate ad una estremità permettono di legare il paracadute al modello. Queste funicelle si fissano generalmente facendole passare in un forellino praticato in un vertice del paracadute, protetto da un dischetto autoadesivo, e legandole. La resistenza è sufficiente per situazioni normali ma non in caso di strappi forti.

Nelle scatole di montaggio vengono forniti i paracadute già pronti, e naturalmente sono venduti anche come parti sciolte.

Un paracadute da gara in mylar argentato

Realizzarli da sé è facile, si possono ricavare da sacchetti e fogli di plastiche varie. Un materiale molto in voga - sopprattutto tra chi fa gare - è il mylar metallizzato. Questo materiale si trova sotto forma di coperte termiche per soccorso nei negozi di autoricambi, ed una sua variante sottilissima viene utilizzata per la fabbricazione dei condensatori. Il vantaggio di questo materiale è la sua estrema leggerezza, la capacità di riflettere i raggi del sole e quindi essere molto visibile, ed una ottima robustezza superficiale. Il maggiore svantaggio è che un piccolo taglio in un punto qualsiasi dà origine ad uno strappo lungo tutta al superficie che porta alla distruzione del paracadute (e quindi alla caduta del modello).

Benchè sia sempre consigliabile calcolare il paracadute necessario, ci si può anche basare su regole di massima che danno buoni risultati in modo semplice:

Peso modello
Diametro paracadute
30-60 gr
30 cm (12")
60-150 gr
45cm (18")
150-250 gr
60 cm (24")

Se invece si desidera calcolare con maggiore precisione il diametro del paracadute si può utilizzare una formula semplificata che è adatta per questi semplici paracadute piatti:

D= RADQ (P)*100

D=diametro paracadute [cm]
P=peso modello [Kg]

Può essere utile ottenere il diametro in pollici dato che i produttori di paracadute indicano il diametro con questa unità di misura:

D= RADQ (P)*39,6

Esempio: calcolare un paracadute per un modello che pesa 250 gr (0,25 Kg)

D=RADQ(0,25)*100=0,5*100=50 cm

oppure

D=RADQ(0,25)*39,6=0,5*39,6=19,8" (pollici)

Fissaggio del paracadute all'ogiva - I paracadute dei piccoli modelli si fissano quasi sempre all'ogiva o in prossimità di essa.

L'ogiva possiede un punto di aggancio incorporato oppure un anello a vite avvitato sulla base (vedi Ogiva). Uno dei metodi di fissaggio più utilizzati è un semplice nodo che però non permette al paracadute di ruotare.

Durante la discesa tutti i paracadute hanno la tendenza a ruotare su se stessi e se non sono liberi di farlo le funicelle si attorcigliano impedendo al paracadute di gonfiarsi completamente. Per ovviare a questo inconveniente si utilizzano piccoli moschettoni girevoli ("girelle" da pesca)

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Tre tipi di elastico: tondo da 2 mm, piatto da 5 mm e tondo da 4 mm

Shock cord (fune di vincolo) - in questi modelli di piccole dimensioni la shock cord è generalmente un elastico rivestito in materiale tessile, lo stesso che si usa nella biancheria. Le dimensioni utilizzate sono 3mm per modelli fino a circa 80 gr, e 6mm per modelli superiori.
A volte si utilizza un elastico tondo da un paio di millimetri di diametro.
Al contrario di quanto si pensa l'elastico non è il materiale migliore. Si è utilizzato fin dagli inizi per la sua capacità di ammortizzare lo strappo, ma tutta l'energia immagazzinata in questo lavoro viene restituita subito dopo. Il risultato è che l'ogiva rimbalza indietro e spesso colpisce il bordo del modello rovinandolo. Tuttavia una certa elasticità è utile a ridurre lo sforzo sulla fune stessa e sul suo attacco al corpo del modello.

Cavetti Kevlar da 500 N, 2500 N, 5000 N e tubular Kevlar

Ultimamamente ha trovato una larga diffusione il cordino in kevlar, un materiale estremamente tenace che ha il vantaggio di essere ignifugo. Una soluzione intelligente è stata adottata da un produttore di kit (Quest) che abbina uno spezzone di kevlar - nella parte interna al modello - ad un elastico per il resto della shock cord. Con questo espediente si ottiene che la shock cord non sia rovinata dalla carica di espulsione del motore, e allo stesso tempo mantenga una certa elasticità.

Lunghezza della shock cord - Indipendentemente dal materiale, quello che conta di più è la lunghezza della shock cord. Un produttore di kit (Estes) tende ad includere shock cord troppo corte nei suoi kits. Andrebbero tutte sostituite con un elastico di lunghezza pari almeno al doppio della lunghezza totale del modello.
Una shock cord di lunghezza sufficiente lascia la possibilità all'ogiva di percorrere uno spazio maggiore e di perdere energia cinetica, in modo che giunta al termine della lunghezza lo strappo sia minimo o del tutto assente.
Se realizzate da voi il sistema di recupero ricordate di calcolare sempre una shock cord di lunghezza pari almeno a due volte quella del modello.

Fissaggio della shock cord - Il sistema più utilizzato è quello elaborato da Estes molti anni fa. La shock cord si incolla su una striscia di carta che viene piegata in tre ed incollata all'interno del corpo del modello.

Bisogna avere cura di incollarla ad una profondità giusta (l'ogiva deve potersi inserire a fondo) e senza formare gradini o altri impedimenti all'espulsione del paracadute. E' un sistema efficace e duraturo.

Un sistema ancora più efficace è quello elaborato da Quest che consiste in un cordino di kevlar annodato ed incollato attorno al tubo motore al quale si lega la shock cord elastica. Questo sistema ha una vita media di gran lunga superiore a quella del modello stesso.

Piegatura paracadute
Il modo in cui si piega un paracadute è molto importante anche nei piccoli modelli. Il paracadute deve essere espulso facilmente ed aprirsi appena è fuori dal modello, quindi deve essere piegato in modo ordinato, non deve entrare a forza nella fusoliera e non deve essere avvolto strettamente dalle funicelle.
La tecnica di piegatura corretta e collaudata è descritta da queste immagini:


1 - Il paracadute si piega in due con un vertice in basso 2 - Si piega ancora in tre tenendo sempre un vertice in basso
3 - Si stende una metà circa delle funicelle all'interno del paracadute 4 - Si piega in due e poi ancora in due nel senso della lunghezza
5 - Si piega in tre a fisarmonica (o a "Z") 6 - Si avvolge la parte restante delle funicelle attorno al paracadute senza stringere

La piegatura a Z permette al paracadute di aprirsi da sè non appena è libero.