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All'arrivo abbiamo già trovato un certo numero di auto parcheggiate e diversi modelli in preparazione. C'era davvero di che lustrarsi gli occhi! L'organizzazione aveva preparato due gazebo, uno con panche e tavoli per preparare i modelli, l'altro con allestito un posto di ristoro dove si cucinavano bratwürst e si servivano bevande. L'attrezzatura era completata dall'impianto sonoro per il pubblico, una sorta di centralina di lancio alimentata da una batteria da auto, due rampe Aerotech Mantis per i modelli più piccoli, e due torri di lancio di cui una a rotaia per tutti gli altri modelli. Naturalmente una persona era incaricata di dirigere i lanci con regolare countdown. I modelli presenti erano davvero tanti e bellissimi. La marca più rappresentata era sicuramente la Public Missiles Ltd. che produce tra i più belli e sofisticati modelli in commercio. Erano presenti molti modelli della Aerotech, e alcuni North Coast Rocketry e THOY piú naturalmente diversi autocostruiti. Quasi tutti erano rifiniti in modo impeccabile, con verniciature così perfette da fare invidia ad un paio di sci! Molto diffuso l'uso della rotaia per il lancio. Questa consiste in un profilato di alluminio anodizzato piuttosto robusto, entro il quale scorrono due cilindretti in teflon che sono avvitati al modello al posto del solito anello di lancio. Questo sistema garantisce una grande rigidità ed una minore resistenza aerodinamica. Il gruppo di partecipanti era davvero numeroso. Quasi tutti erano svizzeri ma c'era anche qualche tedesco, qualche austriaco e perfino un americano (un militare di base in Germania). Una curiosità: in Germania l'uso e l'importazione dei motori High Power è molto ristretto, perciò i modellisti tedeschi - che sono attrezzatissimi e dotati di moltissimi modelli HPR - possono lanciarli solo in Svizzera. Ecco i modelli di cui mi ricordo: - Un Black Brant X della Public Missiles, un mostro alto 2,6 metri, con recupero a doppio paracadute comandato da un altimetro. - Una versione gigante del Mosquito della Estes, autocostruito ed alto perlomeno un metro, anche lui con altimetro per l'espulsione del paracadute. - Alcuni SA-14 Archer della North Coast Rocketry - Un Quantum Leap della Public Missiles che ha volato in versione monostadio. - Un altro Quantum Leap quasi ultimato, con una impeccabile rifinitura. - Un modello autocostruito con macchina fotografica a bordo. Il meccanismo era ad orologeria (per forza, siamo in Svizzera!) ed era un gioiellino di precisione ed ingegno. - Alcuni Arreaux ed Astrobee D, della Aerotech. - Un Quasar della Public Missiles usato dal suo costruttore per ottenere la certificazione Level 1. - Diversi modellini con motori normali, tra i quali uno che usava un motore D7-3 con paracadute in mylar ricavato dalle coperte termiche, uno col corpo fatto in tessuto misto kevlar/carbonio, uno fatto con un tubo di Toblerone, uno fatto con una scatola di latta di un whisky (niente pinne, solo un tubo ed un motore!). L'altimetro AltAcc della BlackSky era piuttosto diffuso. Ne devo aver visti almeno 4 o 5. Considerando che costa 180 US$ negli Stati Uniti e che, una volta arrivato qui, si grava dei costi di spedizione ed importazione, si può capire che l'aggeggio non è proprio popolare. Tra i voli, quelli che ricordo sono: - Il Quasar con il quale è stata ottenuta la certificazione Level 1. Vale la pena spendere due parole per spiegare in cosa consiste la certificazione: il proprietario del modello si è presentato col modello completato e pronto al volo, ma senza motore. Il motore viene acquistato sul campo (va prenotato) e nello stesso momento si paga la quota di iscrizione all'associazione Tripoli, associazione americana che si occupa di modellismo HPR. Il motore (ricaricabile) viene assemblato sul campo sotto la supervisione del responsabile Tripoli della zona, il quale si assicura che venga fatto tutto per bene. I motori HPR esistono sia in versione uso singolo che ricaricabili, ma dato l'alto costo della versione uso singolo, in Europa vengono importati solo i ricaricabili. Sempre sotto la supervisione del responsabile Tripoli, il motore viene montato nel modello ed il modello viene preparato al volo. Se il volo ha successo, ovvero se il modello parte, vola diritto e viene recuperato perfettamente, al proprietario viene data la certificazione con la quale potrà acquistare ed usare i motori H ed I. Niente certificazione, niente motori. Per l'acquisto e l' uso di motori superiori agli I, è necessaria la certificazione Level 2 che prevede anche una prova scritta a quiz. Tutti coloro che hanno la certificazione, vengono registrati nei file di Tripoli in modo che sia immediatamente accertabile, onde evitare i soliti furboni.... Ritornando al Quasar, il suo costruttore ha montato il motore da 29 mm con ricarica H128 sotto lo sguardo vigile del supervisore, che però ha dato una mano ed una serie di consigli, e lo ha portato alla rampa. Il lancio è avvenuto perfettamente e bisogna provare a sentire il rumore che fanno questi motori e la colonna di fumo, per restare affascinati. Così come avviene nei motori Aerotech più piccoli, l'accensione non è immediata; un filino di fumo indica che l'accenditore si è acceso e il motore sta per entrare in pressione, ed improvvisamente si scatena tutta la potenza con uno schianto quasi assordante. Il modello è schizzato in alto ed il rumore del motore è stato seguito, dopo lo spegnimento, dal fischio del modello che fende l'aria. All'apogeo il sistema di recupero a pistone ha espulso il paracadute ed il modello è tornato lentamente verso terra. Al recupero è seguito un applauso per festeggiare il conseguimento della certificazione. - Copia gigante del Mosquito: Il modello era costruito con un tubo fenolico di una ventina di cm di diametro, un'ogiva autocostruita tornita da espanso ad alta densità ed impeccabilmente ricoperta in fibra di vetro e pinne in legno (più robusto del balsa, forse obeche) rivestite anche loro in fibra di vetro. All'interno, il supporto motore (38mm) era chiuso da un "baffle" per non usare l'ovatta protettiva, fatto con la paglietta di acciaio a trucioli 'alla Aerotech', forse un po' troppo compressa e troppo vicina al motore, e conteneva un supporto per l'altimetro/accelerometro AltAcc, che il proprietario ha usato in questo caso solo per leggere la quota e non per espellere il paracadute. Il motore usato è stato un 38 mm con ricarica
H73. Il lancio è avvenuto bene ed il modello è andato
piuttosto alto nonostante le dimesioni ed il peso, ma al momento dell'espulsione
l'ogiva non è uscita, mentre si è visto qualcosa uscire
da dietro. Il modello ha messo giù il muso ed ha iniziato ad
accelerare sempre più velocemente, finchè è stato
evidente che si sarebbe schiantato al suolo. L'impatto ha prodotto un
tonfo sordo che abbiamo udito distintamente da un centinaio di metri
di distanza. Sul luogo della caduta (in mezzo al prato, senza incidenti)
abbiamo trovato una infinita serie di pezzettini di tubo fenolico, alcune
parti contorte del supporto dell'altimetro, l'ogiva affondata una ventina
di cm sotto terra, e le pinne, uniche intatte. Il motivo del malfunzionamento è stato probabilmente la paglietta di acciaio troppo vicina al motore o troppo compressa, che non ha permesso ai gas di espulsione di sfogarsi. - Black Brant X: questo modello era la 'star' della giornata. È di proprietà del responsabile Tripoli, il quale aveva anche un vecchio Honest John della Estes, il Quantum Leap non terminato, un Aerotech Astrobee D. Il Black Brant è la riproduzione del secondo stadio del missile sonda canadese, è alto oltre due metri e mezzo con un diametro di 10 cm. Le pinne, come in tutti i modelli Public Missiles, sono in vetronite (la stessa dei circuiti stampati). Questo modello aveva una espulsione del paracadute comandata dall'onnipresente altimetro AltAcc, che si occupava di espellere il 'drogue' cioè un piccolo paracadute che esce all'apogeo e frena la caduta del modello, ed il paracadute principale ad una quota prefissata di 100/200 metri. Questo sistema garantisce il recupero del modello nelle vicinanze del punto di lancio. L'altimetro stava in un alloggiamento accessibile dall'esterno tramite uno sportellino, e comandava le due cariche di espulsione sistemate nella sezione posteriore e nel vano di carico anteriore. In questi casi il motore non ha carica di espulsione, e le cariche sono fatte dal costruttore. I paracadute son naturalmente in tessuto, ed il paracadute principale aveva un diametro non inferiore al metro e ottanta. Il motore usato è stato un J350 (38mm),
da 700 N/sec e da 35 kg di spinta media. La preparazione del modello
ha richiesto ben oltre mezz'ora tra piegatura dei paracadute, prova
ed inserimento dell'altimetro, sistemazione delle cariche di espulsione
e montaggio finale del modello ma ne è valsa davvero la pena.
Il lancio è stato spettacolare: il rumore ed il fumo del motore
sembravano quelli di un missile vero ed il modello è schizzato
via fino a raggiungere una quota che ad occhio è difficile stabilire,
ma dato che all'apogeo era ridotto ad un puntino e le dimensioni erano
quelle che abbiamo detto, dovrebbe aggirarsi sui 1000 metri. La simulazione
con RockSim conferma il dato. ALTRI VOLI INTERESSANTI - Estes Honest John con un motore E15-7:
un modello sempre bello da qualche tempo di nuovo in produzione.
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