LANCI | |||||||||||||||||||||||||||||
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foto di Dany Flury, Jürg Thüring, Josè Luis Cortijos, Marco d'Ambrosio, Luca Benassi e Thomas Mazzi Il resoconto della "tregiorni", le foto, i commenti dei partecipanti. Il vento, la pioggia, le nuvole; ma poi il sole ha permesso la buona riuscita del terzo meeting italiano di modellismo spaziale.
Ozzano nell'Emilia, provincia di Bologna, è diventata, nei giorni 26, 27 e 28 aprile scorso, la piccola Cape Canaveral italiana. L'aviosuperficie Aerdelta è stata la sede del terzo raduno nazionale di modellisti spaziali, l'importante appuntamento che riunisce tutti gli appassionati di questo meraviglioso hobby, l'hobby dell'era spaziale. Il modellismo spaziale è quella particolare pratica sportiva che consiste nel costruire e lanciare modelli spaziali, che funzionano, in piccolo, esattamente come quelli reali. La particolarità di questa attività risiede nel fatto che non richiede alcuna competenza di base e invece può essere di stimolo allo studio di discipline scientifiche e storiche e può contribuire anche allo sviluppo di esperienze interpersonali. Il MIR è ormai una consolidata tradizione e per i praticanti di questa affascinante attività modellistica è soprattutto un'occasione per vedere in un colpo solo le nuove tecnologie e alcuni mitici personaggi all'opera con le loro creature. Infatti, oltre alla presenza di tutti i più tenaci appassionati italiani, il raduno ha visto la partecipazione all'evento di modellisti spaziali stranieri. Esponenti spagnoli e svizzeri hanno allegramente aderito alla manifestazione e mostrato ammirazione per i già importanti risultati raggiunti dai nostri appassionati. A MIR 2002 si sono visti volare modelli spaziali e missili di tutti i tipi, dalle riproduzioni di veri missili spaziali e militari a vere opere di originale progettazione da parte dei più esperti. Dai più piccoli ai più grandi, in ogni caso tutti rispondenti alle norme internazionali che da oltre quarant'anni regolano questa attività e ne garantiscono l'eccezionale livello di sicurezza. La manifestazione si è aperta il sabato mattina presso il campo di volo ove era situata la postazione di preparazione dei modelli, in pratica un grosso tendone. Gli organizzatori avevano già dal giorno precedente approntato tutto quel che occorre per lanciare e divertirsi in compagnia. A disposizione degli appassionati vi erano ben quattro rampe di lancio, idonee a lanci di qualunque tipo di razzomodello; un efficiente sistema di controllo e lancio, sotto la esclusiva responsabilità dell'ufficiale di lancio (LCO, la mitica figura che schiaccia il pulsante di start), attrezzature di supporto per il recupero dei modelli atterrati lontano dalla rampa di lancio. Infine, personale esperto addetto al controllo di ogni modello prima del lancio. Purtroppo il tempo atmosferico, piuttosto inclemente, ha penalizzato l'attività della mattina, e solo pochi lanci hanno potuto avere luogo. Ma il tempo è stato comunque validamente impiegato nello scambio di opinioni, consigli da parte dei modellisti più "anziani" verso i "novellini" e, non ultimo, per approfondire le reciproche conoscenze, spesso iniziate via posta elettronica. Nel pomeriggio, pur intervallati da scrosci di pioggia, i lanci hanno cominciato ad accumularsi, con evidente soddisfazione di chi magari era giunto da remote località. In serata il gruppo italiano ha potuto assistere al primo lancio di un razzomodello dotato di un motore ibrido, un motore commerciale che rappresenta una via di mezzo tra i motori a propellenti solidi e quelli a propellenti liquidi, costruito da una delle industrie statunitensi del settore. La sera è finita al ristorante, con la cena regolamentare, a cui han preso parte proprio tutti gli intervenuti. I tipici piatti romagnoli sono stati apprezzati moltissimo e abbiamo osservato anche i visi dei modellisti svizzeri colorarsi, forse per via del vino. Ma, ulteriore novità del MIR di quest'anno, la gara di riproduzioni richiedeva ancora un po' di attenzione. Sì, perchè su un apposito tavolo che la direzione del ristorante ha gentilmente accordato era esposta una serie di modelli spaziali particolarmente curati nelle finiture, tutti riproduzioni di veri missili storici. La cosa è stata veramente spettacolare e molte persone han voluto informarsi e ricevere qualche particolare storico riguardo il funzionamento dei reali missili a cui i modelli si ispiravano così fedelmente, dimostrando con ciò quanto sia ancora vivo il ricordo di alcune grandi imprese spaziali. Domenica mattina di buon'ora tutti nuovamente al campo. Che dire di più? Che ci siamo divertiti
in compagnia di persone diversissime per età ed esperienze, che abbiamo
conosciuto nuovi amici, che abbiamo rivisto quelli "vecchi"
con cui magari, a causa della distanza di residenza, non si è in contatto
che con la posta elettronica, che abbiamo confrontato le nostre esperienze
con quelle ben più solide e datate degli amici svizzeri e spagnoli
e che abbiamo fatto lo stesso con i "nostri" giovani, ai
quali abbiamo cercato di trasmettere entusiasmo e passione. L'appuntamento
è per il prossimo anno nello stesso luogo e l'invito è esteso a chiunque
voglia saperne di più su questa disciplina nuova ed affascinante.
Un enorme ringraziamento va alla gestione dell'Aviosuperficie Aerdelta,
gentilissimi e simpatici, che ci accolgono sul loro campo non solo
per il meeting annuale ma anche per una serie di lanci periodici che
avvengono all'incirca ogni mese.
RISULTATI DELLA GARA DI RIPRODUZIONI A causa del maltempo, le gare di durata per modelli con uova e a nastro non si sono svolte, mentre la gara di modelli in scala si è svolta parzialmente perchè molti modelli non hanno effettuato la prova in volo. La prova statica dei modelli, ovvero il giudizio sulla loro realizzazione, si è svolta la sera di sabato 27 aprile. La classifica riportata qui di seguito tiene conto anche dei voli effettuati da alcuni modelli.
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LUCA BENASSI
Bene bene ... devo ancora finire di trasbordare
tutto il materiale dall'auto, ma mi fermo un attimo per scrivere
qualcosa. Innanzitutto il tempo non è stato molto clemente :(
Venerdì pomeriggio c'era un sole pazzesco ma
con vento tremendo. L'anemometro nuovo fiammante di Marco ci tempestava
di orrende notizie, tipo raffiche a 35 km/h!!! In pratica abbiamo
fatto solo 3-4 lanci. Poi, quando il "ventometro" è
cascato a causa del vento, abbiamo deciso che si poteva andare
a cenare (naturalmente a base di crescentine).(Non so di chi sia
l'uscita del "ventometro", sta di fatto che quello che
venerdì era un anemometro, gli altri giorni era un ventometro
... mah!) La cena ha risollevato un po' il morale, ma purtroppo
le previsioni del tempo per il giorno successivo erano orride
:(
E infatti, Sabato il tempo è stato altalenante
tra pioggia, pioggerellina, sprazzi di solo nuvolo e pioggia di
nuovo. Facendo delle corse tra la cupola protetta del gazebo e
le rampe, qualche temerario è riuscito a fare qualche lancio.
Non ho le schede di lancio e non ricordo chi deve elaborarle per
cui non sparo numeri. Però durante una pausa pioggia, Marco ne
ha approfittato per fare il primo lancio di un motore ibrido in
Italia. La complessità in gioco è notevole, sia per quanto riguarda
il modello (per forza con elettronica a bordo), sia per l'assemblaggio
del motore, sia per l'attrezzatura di bordo. Notare che Marco
ha preparato in fretta e furia (a tempo di record) il suo modello
nei giorni (anzi, nelle notti, come dice lui) precedenti al MIR
e ha ricevuto il motore solo Giovedì sera (pochi giorni prima
il motore era ancora negli States). Risultato: il motore ha funzionato
regolarmente, per cui tutta la costruzione e assemblaggio erano
ok. Il problema però è che il modello era al limite come rapporto
peso/potenza per cui a pochi metri dalla rampa si è inclinato
ed ha percorso circa 100 m in orizzontale per poi schiantarsi
nel grano. Rivedendo i filmati e ripensando al volo, credo sia
chiaro che il peso fosse troppo (il modello è stato traslato
dal vento rimanendo verticale). Vero anche che se non ci fosse
stato vento probabilmente il volo sarebbe stato regolare. Peccato
per il modello, ma è stata una prova necessaria e che comunque
ha dato il frutto sperato: il motore funziona, l'attrezzatura
di terra anche, il sistema d'accensione è ok, come pure l'assemblaggio
del modello (peso a parte naturalmente).
Il mega cenone da panico di sabato sera ha definitivamente
risollevato l'animo, inculcando in tutti noi l'idea che il giorno
sucessivo sarebbe stato bel tempo (confortati anche dalle
previsioni). A fine cena c'erano delle facce da paura! In particolare
ricordo Marco che ronfava di brutto e Robles con la testa ciondolante
e gli occhi "da bambola". (Da bambola nel senso ... avete
presente quelle bambole a cui si aprono e chiudono gli occhi a seconda
se sono stese o in piedi? Ecco, uguale) Altro pezzo forte della
serata, i racconti dei 3 dell'AMC. C'è stato un punto in cui 4-5
persone (me compreso) stavano piangendo dalle risate. Non riporto
alcun brano perchè sono racconti che si possono fare solo a tavola
... ah ah ah :>(
L'AMC abbisogna di racconto ad hoc con reportage
fotografico, se no la gente non ci crede). E finalmente arriva domenica,
ultima giornata del MIR 2003, con sole e vento umano, nel senso
che c'era vento ma almeno si poteva lanciare molta roba grossa.
E in poche parole abbiamo tentato di recuperare il tempo perduto,
e a fine giornata avevamo fatto 65 (mi pare) lanci, molti dei quali
con *ottimi* impulsi.
Gli svizzeri ci hanno deliziato con voli spettacolari,
con tecnologia a bordo e complessità assortite a cui noi ancora
non arriviamo. Due chicche veloci per chi non c'era: l'urlo di un
motore J che ha impressionato un bel po' di persone anche distanti
e l'ultimo modellone di Jurg, un bestione bi-stadio con due motori
I a bordo. Da notare che il secondo stadio non si è acceso perchè
l'elettronica di bordo (ovviamente in automatico) ha rilevato un'inclinazione
superiore al previsto, così per evitare di andare a 10 km per recuperare
il modello, non ha acceso il secondo motore. Questo modello aveva
una check list simile ad un decollo in elicottero! Fantastico. Il
popolo italico non è certo stato da meno in quanto a spettacolo.
Ci sono stati vari lanci HPR tutti bellissimi. Primo fra tutti il
lancio per la certificazione L1 di Roberto Amoni (ancora COMPLIMENTISSIMI!).
E poi il grande ritorno di Domenico Cavazza che dopo 2 anni di inattività
ha fatto dei lanci spettacolari. E il C.O.S.O. del mitico Beppe?
Partito (Beppe, non il modello!) da quel di Salerno alle 11 di notte
del sabato per essere con noi domenica? Grandissimi, sia lui che
i suoi modelli, bellissimi e scratch-builded. Purtroppo, sempre
a causa del vento, sono saltate tutte le gare :( La gara delle uova
non è nemmeno partita (vi era la certezza totale di perdere il
modello) mentre per la gara dello streamer è stata fatta una sola
prova anzichè le due previste. La vittoria morale dopo la prima
manche va a zio Stefo che è anche riuscito a recuperare il suo
poppo_non_so_cosa dopo un volo lunghissimo. Io per colpa della gara
sono riuscito a perdere ben 2 modelli. Vi racconto come perchè
ne vale la pena. Preparo il mio modellino per la gara con lo streamer
e lo lancio con un motore B. Va altissimo e all'apogeo ... SI APRE
UN PARACADUTE!!! Mannnnnnnnnnnnaggia! Avevo preparato il modello
qualcosa come un mese fa per tentare il record di durata per motori
A col paracadute e me ne ero completamente scordato. Poi l'ho lanciato
con un B ... ed è ancora la che vola :] (Bugia: quando l'ho perso
di vista il cronometro segnava 3'09" e qualcosa) Alla luce
di ciò ho preparato un altro modellino e dopo averlo testato con
un motore A, gli ho caricato un B e l'ho lanciato per la gara dello
streamer. Risultato: il grano se l'è magnato. E vabbè :] L'unico
mio lancio degno di nota è stato il maiden flight del Longator
(un LOC Graduator raddoppiato in lunghezza). Per il suo battesimo
ho deciso di sfoderare un bel G80-7 (ottimo motore!). Il volo è
stato perfetto fino al deployment, in cui è successo il danno (altamente
prevedibile fra l'altro). I due pezzi si sono separati, ma mentre
la parte superiore ha spiegato correttamente il suo paracadute,
la parte inferiore con a bordo il paracadute più grande, è scesa
a folle velocità da un altezza di circa 550 m fino ad impattare
la pista carotandola per un buon 20 cm. Grazie al MITICO tubo LOC,
mi toccherà tagliare solo un paio di cm e il modello sarà di nuovo
pronto. Nota di colore: mentre scavavo via la terra da dentro il
tubo con il mio fido cutter, ho trovato un lombricone da competizione.
Non oso pensare a cosa possa aver pensato ... poverino :] ... comunque
una volta estrattolo con cura, l'abbiamo
rimesso in pista.
Bon! Le cose da dire sarebbero ancora molte: le
corse col Brucomela ... hi hi hi ... uno sballo, tutte le infinite
trovate di Vyger per rallegrare pubblico e modellisti, il *negozio*
del Figini sempre aperto :] , l'AMC con ... vabbè, l'ho già detto,
ci vuole un report fotografico, e tanto altro. Però devo finire
di tirar giù la roba dall'auto e iniziare a nasconderla qui e la
tra casa, cantina e garage.
Byebye,
Luca un po' provato, fra allergia e sMIRrata ;)
FRANCESCO ROBLES
Il mio primo MIR è andato e traendo le conclusioni
posso dire che è stato fantastico (ovvio), che ho imparato a carteggiare
bene le aste, il PVC il Cartone (due giorni di "scartavetratura"
dopo il lancio della mia V2 andato male) e inoltro mi sono portato
tutti i consigli che mi avete dato che mi hanno davvero fatto
capire meglio "come lavorare" sui modelli.
Una conseguenza negativa del MIR è che ora mi
è enormemente aumentata la voglia di costruire (a danno del tempo
che uso per lo studio!!), sperimentare e imparare tutto sull'hobby
soprattutto con il nuovo modello acquistato (Executioner) e con
la V2 da riparare !!!
JACOPO VANNINI (PINZO)
Cosa mi è piaciuto....
- Gli svizzeri
- I modelli degli svizzeri
- I lanci degli svizzeri
- Il perizoma interdentale della svizzera
poi:
- i tantissimi voli HPR che ogni volta mi affascinano
come fosse la prima volta
- la gente a spasso nel grano alla ricerca dei
"missing in action"
- le stupidaggini del vyger
- i lanci del vyger
- il C.O.S.O.
- l'inventore del C.O.S.O.
ancora:
- le salsicce di sabato ;-)
- la cena di sabato
- il bagno nel grano per cercare l'AMRAAM del
Polve, avevo pure le mutande bagnate e i piedi molli che facevano
"cia cia" nelle scarpe
- il banchino delle meraviglie di S.F.
Beh, insomma, mi sono divertito tantissimo e
non abbiamo perso nulla per il buon sistema di ricerca che avevamo
istituito, a livello di organizzazione, in caso di grano bisognerebbe
organizzare delle battute di ricerca...
è stato il primo MIR dell AMC ed è stato,
mi pare, un buon meeting con parecchi voli e tante risate...quando
si replica ??? :-))))
--
Pinzo®
RICCARDO PALEARI
è stato il mio primo MIR e certamente ne seguiranno
altri.Malgrado la meteo abbia condizionato la giornata di sabato,
è stata una bella occasione per ritrovarci tutti assieme e conoscere
di persona alcuni di voi che avevo visto soltanto in foto. La cronistoria
della "tregiorni" è già stata riportata quindi non mi
ripeto; dico solo che domenica ci siamo rifatti alla grande ed è
stato un bello show per tutti i presenti. Ho anche notato che non
sono l'unico "malato" di riproduzioni e una delle immagini
che mi rimarrà stampata nella memoria per molto tempo, sarà quel
tavolo del ristorante imbandito di modelli in scala che ha fatto
strabuzzare gli occhi a tutti, compreso il "gelido" Juerg
e company. Per quanto mi riguarda, al MIR ho portato al debutto
la riproduzione dell'IRIS, un modello costruito con materiale "convenzionale"
in netta contrapposizione con lo Scout (tutto in carbonio). L'IRIS
è costruito con un tubo LOC da 57 mm, motor mount da 29 mm, fins
e anelli di centraggio in compensato e l'ogiva con carta da giornale
imbevuta di Vinavil, ossia comunissima cartapesta. L'unica cosa
fuori dal comune è l'ogiva che è stata realizzata esattamente con
le stesse dimensioni dell'originale, per cui ho dovuto tornire una
forma di legno che ho usato come maschio per lo stampo. Il modello
ha volato 3 volte: sabato, il volo inaugurale con F40-7, domenica
con G64-7 e F40-7. Le altezze raggiunte sono state di 420 m. con
F40 e circa 650 m. con G64.
L'ultimo lancio ha messo a dura prova il mio cuore
causa il delay, dichiarato per 7 secondi, ma che di fatto ha innescato
la carica di espulsione almeno 3-4 secondi dopo; vi assicuro, per
me è stata un'eternità!! Ho lanciato anche lo Scout con F40-7, sebbene
ci fosse un vento abbastanza teso. Dato che il modello ha delle
fins veramente piccole (sono 4 triangolini da 5 cm per lato su un
modello lungo 1,27 metri), ho aggiunto del peso in punta per distanziare
ulteriormente il CG dal CP e garantirmi maggior stabilità. Il volo
è stato regolare, con il delay divenuto leggermente più lungo per
via della minor quota raggiunta causa il maggior peso. 400 m. circa
la quota raggiunta. Mi hanno colpito per la loro originalità due
modelli: lo Scapikol di Cristiano ed il C.O.S.O. di Peppe.
Riccardo
I-MI-19
ROBERTO AMONI
E ora tocca a me,
pensate che venerdì mattina sono partito alle
6 per stare li alle 9 e invece sono arrivato alle 8.30, sono
sempre andato piano e nei limiti, ma forse il MIR fa miracoli e
trasforma il tempo (non metereologico), si perchè la giornata di
domenica come quella del venerdì sembrasse non finire mai (fortunatamente),
ma andiamo con ordine.
Sono contento di aver inaugurato il MIR venerdì
pomeriggio con il SUPER BIG BERTA al suo 15° lancio (non tradisce
mai), per poi proseguire sabato con il mio primo G64 (tremano mentre
montavo il motore e Marco puo confermare, solo emozione, che spero
non finisca mai), ho ancora negli occhi la fiammata blu della mia
certificazione (è stato bellissimo vedere il Norad partire con tale
forza e volocità, 538 Km/h stimati da RS), e fortunatamente
dal video fatto si vede qualcosa che forse verrà stampato.
Ora vorrei parlare delle persone: sempre bello
poter incontrare tutti voi in queste occasioni vedere faccie nuove
e riincontrare quelle gia conosciute per rinnovere il lavori fatti
da Riccardo ( si potrebbe dire che fai dei miracoli con il Carbonio),
per poi passare a Josè tutti quei chilometri ma sempre presente
(preparati che mi sto organizzando per venire da te in agosto con
gli altri, magari ci scappa anche la vacanza ), vorrei poter ringrazziare
tutti coloro che mi hanno dato una mano, a Stefano F, che l'ho impazzito
di domande e che mi ha insegnato come si monta un HPR poi
testato e CERTIFICATO (sono talmente contento che mentre camminavo
per il ritorno a casa avevo la testa fra le nuvole, le stesse che
li mio modello ha sfiorato); ancora, a Peppe che senza le sue tre
viti non avrei mai potuto costriure quell'acrocco per poter lanciare
lo Small Endeavour, sempre a Marco che risolve i miei problemi con
gli E18 sembra una maledizione (come a gennaio se ricordi), a proposito
sono passate le 24 da poco quindi TANTI AUGURIIIIIIIIIIIII.
Sicuramente ho scoradato qualcosa e qulacuno mi
perdoni ma in questo momento sto pensando a come poter mettere su
File la V2 di Vyger ripresa da lontano con il motore che scoppietta
:-))))
Saluti
Roberto Amoni
I-PG-02
"che ormai lo può anche scrivere" ACME
L1 n° 02
ALESSIO BENATTI
Se Dom. è stata quel che è stata, un MIR di tre
giorni pieni cosa sarebbe stato? Innanzi tutto se qualcuno fosse
stato infastidito dai miei bimbi porgo le mie più ampie scuse, e
se pensa che non sia il caso di averli intorno, me lo dica che provvederò
per il futuro. I bimbi si sà sono sempre un po (o tanto) invadenti,
e quindi talvolta non graditi. Cmq gli Svizzeri sono Svizzeri, e
se poi della Svizzera Tedesca, sono praticamente incredibili!
Precisione svizzera e rigore tecnico tedesco!!!.....Ma
la fantasia è ITALIANA. Lo stile "rustico" unito al bianco
candido del parco missili di Stefano Innocenti che mi riporta alla
mente il ricordo di Alberobello! Lo stile "Giocoso" degli
arnesi di Vyger che rompono una monotonia latente. O le ardite e/o
originali realizzazioni di D'Ambrosio e Cristiano E la fantascentifica
(per la tecnica costruttiva) ed inusuale nonchè precisa realizzazione
di Riccardo. Senza dimenticare lo spirito Goliardico dell'AMC che
aggiunge un'originale tocco di colore (cachi??!!) senza mai cadere
nel ridicolo (che dote che hanno i toscani?) E l'uovo dei Rocher
volante, e l'abbeveratoio di fagiani...... E.........E.......ecc.
Questo è genio!
Si, anche in America qualcuno ha fatto della Bic
un micromax, e ne ha fatto un sito.
Ma allora noi quanti siti dovremmo fare?
GIUSEPPE LOFFREDO Un saluto a tutti da Peppe, dopo un bel po' di tempo riesco a scrivere in lista, anche se non ho mai smesso di leggere i msg che mi arrivavano.
La mia esperienza per guanto riguarda il MIR2002
è stata molto positiva, la mia partecipazione è stata in forse fino
al sabato sera quando alle 23.00 dopo aver telefonato per l'ennesima
volta a Luca per sapere come fosse la situazione metereologica a
Bologna e dopo aver consultato le ultime foto meteosat, decido di
partire , a mezzanotte carico la macchina con tutto il materiale,
e parto alle 00.30, purtroppo da solo, perché mio figlio con qualche
linea di febbre bloccava a casa mia moglie irrimediabilmente (anche
lei aveva la sua V2 estes da lanciare)..
Arrivo a Bologna alle 7.30 e all'AERDELTA alle
8.00 c.a. il tempo per fortuna si presentava bello anche se un po'
ventoso, il mio primo incontro l'ho avuto con Domenico, e il suo
amico (appassionato di astronomia come me).
Poco dopo ho notato tre persone in divisa "cachi
" e la prima cosa che ho pensato, che forse si trattava di
personale dell'aeroporto (la stanchezza del viaggio sicuramente
si faceva sentire), ma subito ho capito che erano i simpaticissimi
dell'AMC (Pinzo & C.).
Le mie intenzioni per il MIR2002 erano piuttosto
agguerrite, perché avevo diversi modelli nuovi ed altri risistemati
che volevo lanciare.
Sono rimasto (come tutti credo) impressionato
dagli svizzeri che maneggiavano missiloni e motoroni (anche noi
non scherzavamo), elettronica e check list, in modo molto professionale
(chissà magari potevano portare l'Ariane che non avevano lanciato
negli USA.. ;-))))).
Certo che il Black Brant X con motore J415 è stato
davvero impressionante.
I modelli presenti al MIR erano veramente tanti
e tutti bellissimi. Peccato che non abbiamo fatto foto di gruppo
:-((((
Io da parte mia ho lanciato il RECYCLED con motore
C6-3 recuperato senza problemi, poi e toccato allo Junior ( versione
small del C.O.S.O.) che purtroppo ha effettuato l'espulsione a pochi
metri da terra , quindi è andata in frantumi la parte trasparente
(la forma ad uovo), mi toccherà aspettare la prossima pasqua per
rimetterlo a posto.
Un altro lancio molto importante è stato quello
del C.O.S.O. ver. 3.0 infatti dopo due versioni con motore da 24mm
(non andati a buon fine) la terza con motore da 29mm ha funzionato
egregiamente, una nota di merito la devo fare ai motori G38-4 econojet
single use dell' Aereotech che nonostante i 902 gr di peso, hanno
spinto il C.O.S.O. molto in alto senza nessuna esitazione con una
scia di fumo nera molto coreografica . L'atterraggio è stato dolcissimo
con il paracadute da 1 mt. nel grano a pochi metri dalla rampa,
il lancio l'ho ripetuto con successo dopo un paio d'ore.
Un altro modello che non aveva mai volato, o meglio
è sempre partito, ma ha sempre crashato, era il PDOR1, accorciato
dopo l'ultimo botto al MIR2001, il motore utilizzato era un E18-7,
tutto ok per il lancio, il deploy, e l'atterraggio (anche questo
vicino la rampa).
Nel frattempo avevo preparato anche il Black Brant
II (1,72 mt x 90 mm di dia.) con il motore S.I. G80-7, ma il vento
piuttosto forte e la quota prevista con Rocksim di 450 mt c.a.,
mi avevano fatto desistere, almeno per il momento.
Un altro modello che già aveva volato al MIR2001
era il Mini.Otrag armato con 4 motori D12-7, per l'accensione ho
utilizzato quattro accenditori professionali, che mi hanno impressionato
perché nell'istante in cui Tommaso (LCO) ha premuto il pulsante
contemporaneamente senza alcuna esitazione tutti e quattro i motori
si sono accesi, mandando su a 350 mt c.a. il modello, dopo il delay
i 4 "poff" delle cariche di espulsione, e quindi giù con
il paracadute da 80 cm.
Questa volta il recupero è stato molto lungooo
(c.a. 4/500 mt ).
Poi un po' l'euforia per i lanci riusciti, e la
partenza di un gran numero di modelli HPR recuperati ad una distanza
"accettabile" mi hanno spinto a preparare la rampa con
asta da 8 mm e quindi il B.B.II per il lancio, devo dire che
la tensione era tanta, infatti era la prima volta che lanciavo un
modello cosi grande e con un motore cosi potente (G80-7), pensavo
a tutti i componenti utilizzati per la sua costruzione, che sapevo
essere anche sovradimensionati, e di non essere stato per niente
avaro con la epoxy "2-TON" durante l'assemblaggio.
Viene effettuato il countdown, il classico buffetto
dell' chopperhead, e il BLACK BRANT II è filato via in modo incredibile
altissimo, ottimo anche il delay di 7 secondi utilizzato, al quale
è seguito il deploy con l'apertura del paracadute in nylon
da 1.20 mt (realizzato con molta cura da mia moglie) Che ha portato
giù il modello senza intoppi a circa 600 mt dalla rampa (ero appena
tornato dal recupero del Mini-Otrag :-(((( ).
L'ultimo lancio l'ho effettuato con l' E.E.S.B.B.
con motore E28-4 questa volta l' apertura anticipata del paracadute,
(le cause sono da accertare) ha costretto il modello in piena accelerazione
ad una brusca frenata (un altro test positivo x i paracadute
di mia moglie).
Effettuato il recupero, ho riscontrato solo un
piccolo taglio fatto dalla shock-cord sul bordo del tubo (un
cm), facilmente riparabile.
Per finire del Mir2002 ricordo alcune cose in particolare:
Il motore J415
I Dual deployment vari
Il Mirage di Domenico
La V2 di Stefano (Vyger)con l' E15 scoppiettante
Il bistadio Quantum Leap
Il C.O.S.O. (eh! eh! eh!)
Il bistadio di Stefano (Vyger) con fuga dell'omino
Il fischio in fase di rientro (senza paracadute)
della parte inf. del modello di Luca
Il Mean Machine di Roberto che si contorce durante
il volo
E tante tantissime altre piccole cose avvenute
durante questo MIR
La sera sono partito alle 20.20 c.a con arrivo
a Salerno alle 5.00 del mattino di Lunedi.
Ciao Ciao Peppe
STEFANO FIGINI - Tutti siamo stati colpiti dai modelli degli svizzeri. Consiglio di notare sia come sono realizzati (finitura, soluzioni tecniche) sia come vengono preparati. In generale il loro approccio è di tipo professionale, ovvero non fanno un modello giusto per sbatterlo in aria, ma costruiscono un vero missile in miniatura, con tutte le soluzioni tecnologiche appropriate. - Il nostro livello è molto buono e migliora sempre di più. Andiamo avanti così e facciamo sempre meglio. Da notare in particolare: - Domenico Cavazza ha sempre dei bei modelli, molto ben fatti, ed è scrupoloso nel lanciarli. Inoltre è uno dei pochi che ha il coraggio di lanciare un Arreaux con un G33 e se ci fosse stato meno vento anche con un G64. - Roberto Amoni ha conseguito la seconda certificazione L1 ACME con un modello ben costruito, e anche lui ha avuto una buona dose di coraggio dato che il modello era abbastanza piccolo e il motore piuttosto potente. Anche Roberto ha dimostrato molta precisione e scrupolo anche nella preparazione (il suo tavolino sembrava il tavolo di un orefice...). Congratulazioni, Robbè! - Di Riccardo sappiamo tutti la bravura nella costruzione e nella preparazione. I suoi modelli hanno destato molto interesse segno che la buona fattura è molto più attraente delle dimensioni. - La partecipazione alla gara Sport Scale èstata buona, migliore delle altre due gare. Anche in questo caso si è notato che non serve per forza avere modelli grandi, ma è importante fare dei bei modelli. Juerg e Co. sono rimasti molto ben impressionati dai nostri modelli in scala e penso sia lo stesso per chiunque altro li abbia visti. - Il gruppo AMC si fa notare per le bizzarrie, ma questo non toglie che i modelli sono ben fatti e le idee sono buone. Complimenti davvero, avanti così. Gli album fotografici completi sono visibili su: ARGOS e SPAIN ROCKETRY ACME ringrazia gli autori delle fotografie per la gentile concessione |