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MIR 2002 - Ozzano Emilia (BO)
26/27/28 aprile 2002

foto di Dany Flury, Jürg Thüring, Josè Luis Cortijos, Marco d'Ambrosio, Luca Benassi e Thomas Mazzi


Il resoconto della "tregiorni", le foto, i commenti dei partecipanti.
Il vento, la pioggia, le nuvole; ma poi il sole ha permesso la buona riuscita del terzo meeting italiano di modellismo spaziale.

Il report

Ozzano nell'Emilia, provincia di Bologna, è diventata, nei giorni 26, 27 e 28 aprile scorso, la piccola Cape Canaveral italiana. L'aviosuperficie Aerdelta è stata la sede del terzo raduno nazionale di modellisti spaziali, l'importante appuntamento che riunisce tutti gli appassionati di questo meraviglioso hobby, l'hobby dell'era spaziale.

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Il modellismo spaziale è quella particolare pratica sportiva che consiste nel costruire e lanciare modelli spaziali, che funzionano, in piccolo, esattamente come quelli reali. La particolarità di questa attività risiede nel fatto che non richiede alcuna competenza di base e invece può essere di stimolo allo studio di discipline scientifiche e storiche e può contribuire anche allo sviluppo di esperienze interpersonali.

Il MIR è ormai una consolidata tradizione e per i praticanti di questa affascinante attività modellistica è soprattutto un'occasione per vedere in un colpo solo le nuove tecnologie e alcuni mitici personaggi all'opera con le loro creature. Infatti, oltre alla presenza di tutti i più tenaci appassionati italiani, il raduno ha visto la partecipazione all'evento di modellisti spaziali stranieri. Esponenti spagnoli e svizzeri hanno allegramente aderito alla manifestazione e mostrato ammirazione per i già importanti risultati raggiunti dai nostri appassionati.

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A MIR 2002 si sono visti volare modelli spaziali e missili di tutti i tipi, dalle riproduzioni di veri missili spaziali e militari a vere opere di originale progettazione da parte dei più esperti. Dai più piccoli ai più grandi, in ogni caso tutti rispondenti alle norme internazionali che da oltre quarant'anni regolano questa attività e ne garantiscono l'eccezionale livello di sicurezza.

La manifestazione si è aperta il sabato mattina presso il campo di volo ove era situata la postazione di preparazione dei modelli, in pratica un grosso tendone. Gli organizzatori avevano già dal giorno precedente approntato tutto quel che occorre per lanciare e divertirsi in compagnia. A disposizione degli appassionati vi erano ben quattro rampe di lancio, idonee a lanci di qualunque tipo di razzomodello; un efficiente sistema di controllo e lancio, sotto la esclusiva responsabilità dell'ufficiale di lancio (LCO, la mitica figura che schiaccia il pulsante di start), attrezzature di supporto per il recupero dei modelli atterrati lontano dalla rampa di lancio. Infine, personale esperto addetto al controllo di ogni modello prima del lancio.

Purtroppo il tempo atmosferico, piuttosto inclemente, ha penalizzato l'attività della mattina, e solo pochi lanci hanno potuto avere luogo. Ma il tempo è stato comunque validamente impiegato nello scambio di opinioni, consigli da parte dei modellisti più "anziani" verso i "novellini" e, non ultimo, per approfondire le reciproche conoscenze, spesso iniziate via posta elettronica. Nel pomeriggio, pur intervallati da scrosci di pioggia, i lanci hanno cominciato ad accumularsi, con evidente soddisfazione di chi magari era giunto da remote località. In serata il gruppo italiano ha potuto assistere al primo lancio di un razzomodello dotato di un motore ibrido, un motore commerciale che rappresenta una via di mezzo tra i motori a propellenti solidi e quelli a propellenti liquidi, costruito da una delle industrie statunitensi del settore.

La sera è finita al ristorante, con la cena regolamentare, a cui han preso parte proprio tutti gli intervenuti. I tipici piatti romagnoli sono stati apprezzati moltissimo e abbiamo osservato anche i visi dei modellisti svizzeri colorarsi, forse per via del vino.

Ma, ulteriore novità del MIR di quest'anno, la gara di riproduzioni richiedeva ancora un po' di attenzione. Sì, perchè su un apposito tavolo che la direzione del ristorante ha gentilmente accordato era esposta una serie di modelli spaziali particolarmente curati nelle finiture, tutti riproduzioni di veri missili storici. La cosa è stata veramente spettacolare e molte persone han voluto informarsi e ricevere qualche particolare storico riguardo il funzionamento dei reali missili a cui i modelli si ispiravano così fedelmente, dimostrando con ciò quanto sia ancora vivo il ricordo di alcune grandi imprese spaziali.

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Domenica mattina di buon'ora tutti nuovamente al campo.
Il tempo era finalmente ottimo e veramente molti lanci si sono succeduti molto rapidamente ma ordinatamente. Altri modellisti si aggiungevano e il ritmo è rapidamente salito a livelli eccezionali. Non si può non citare il fatto che il gruppo svizzero ha cominciato a darsi da fare con una serie di lanci veramente impressionante culminati col lancio di un modello alto ben due metri e sessanta centimetri, e di un modello bistadio equipaggiato con altimetri elettronici e timer giroscopici. Alla sera si sono contati oltre settanta lanci, che di per sè è già un numero veramente elevatissimo. Ma, considerando la potenza totale di tutti i motori impiegati, cosa che è stata oggetto, ancora una volta, di controllo e studio per l'accumulo di preziosa esperienza, si è notato come quest'anno si siano battuti tutti i record italiani. Ciò testimonia soprattutto della crescita dei modellisti spaziali che, bisogna dirlo, si sono uniti solamente poco più di tre anni fa.

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Che dire di più? Che ci siamo divertiti in compagnia di persone diversissime per età ed esperienze, che abbiamo conosciuto nuovi amici, che abbiamo rivisto quelli "vecchi" con cui magari, a causa della distanza di residenza, non si è in contatto che con la posta elettronica, che abbiamo confrontato le nostre esperienze con quelle ben più solide e datate degli amici svizzeri e spagnoli e che abbiamo fatto lo stesso con i "nostri" giovani, ai quali abbiamo cercato di trasmettere entusiasmo e passione. L'appuntamento è per il prossimo anno nello stesso luogo e l'invito è esteso a chiunque voglia saperne di più su questa disciplina nuova ed affascinante. Un enorme ringraziamento va alla gestione dell'Aviosuperficie Aerdelta, gentilissimi e simpatici, che ci accolgono sul loro campo non solo per il meeting annuale ma anche per una serie di lanci periodici che avvengono all'incirca ogni mese.

RISULTATI DELLA GARA DI RIPRODUZIONI

A causa del maltempo, le gare di durata per modelli con uova e a nastro non si sono svolte, mentre la gara di modelli in scala si è svolta parzialmente perchè molti modelli non hanno effettuato la prova in volo. 

La prova statica dei modelli, ovvero il giudizio sulla loro realizzazione, si è svolta la sera di sabato 27 aprile. La classifica riportata qui di seguito tiene conto anche dei voli effettuati da alcuni modelli.

Concorrente Modello Punti  Classifica
Riccardo Paleari Scout 58 1
Riccardo Paleari IRIS 42 2
Josè Luis Cortijos Nike-Sandhawk 37 3
Stefano Figini Astrobee D 20 4
Josè Luis Cortijos Mercury Atlas 15 5

I commenti di alcuni partecipanti a MIR 2002
Sabato è stata anche la giornata del primo lancio di un motore ibrido in Italia; Marco d'Ambrosio è l'autore dell'evento e ce lo racconta così: "Verso sera il tempo si è calmato, il cielo è tornato azzurro e Eolo si è stufato di soffiare, non ho resistito e dato che avevo passato il pomeriggio alla preparazione del mio Blue Moon dotato di motore ibrido I80 della Ratt Works ho deciso di tentare il lancio. La cosa ha ridato vita alla giornata e in men che non si dica il modello è stato messo sulla rotaia e pronto al lancio. Dopo aver preso gli ultimi accordi con l'LCO per la procedura di accensione, diversa dai modelli normali, inizio la fase di pressurizzazione del motore che viene completata in meno di 30 secondi e do l'ok all' LCO per l'accensione. Il motore pare prendere bene, il modello tentenna un pochino sulla rampa ma inizia ad alzarsi lentamente in aria, sembra di vedere il decollo di grosso missile vero, continua a salire per circa 10 metri poi si inclina di 90° gradi puntando verso la pista e il gruppo di spettatori, inizia uno stupendo volo orizzontale col motore acceso a piena potenza sorvolando tutti e andando ad arare il campo di grano dopo la pista a circa 20 metri di distanza. Immediate scattano le procedure di recupero, l'altimetro non si è armato per via della bassa quota e quando il manipolo di volenterosi raggiungono il relitto si sente ancora il beep, beep, che segnala il ready, con attenzione estraggono i resti dal suolo e viene disarmata la carica di deploy. Danni tutto sommato non tanti, circa 1 metro di tubo da buttare via, la payload completamente fracassata, ma con l'elettronica sana, e l'ogiva irrimediabilemente distrutta. Poco male ho segato via la parte superiore recuperando tutto il gruoppo mmt e pinne per una lunghezza complessiva di 50 cm, un bell'accoppiatore 40 cm di tubo nuovo, un'ogiva nuovo ed ecco fatto un nuovo modello per motori HPR convenzionali da 29mm. La causa del crash è sicuramente da imputare all'eccessivo peso (1650 gr) del modello e alla non eccessiva spinta del motore ibrido, sebbene possieda un buon impulso totale (350N) non ha un'elevata spinta media (80N), in compenso la fase di spinta dura quasi 4 secondi tre dei quali oltre i 90N. Probabilmente se non ci fosse stato il vento il modello sarebbe riuscito a salire ma purtroppo l'effetto combinato del basso rapporto Spinta/Peso e del vento ha portato il volo al fallimento. In tutti i casi mi ritengo lo stesso soddisfatto perchè nonostante le mancanti informazioni, in rete non si trova quasi nulla su come realizzare un modello per motori ibridi, e nonostante che ho ricevuto fisicamente in mano il  motore soltanto il Venerdì mattina sono riuscito lo stesso a risolvere tutti i problemi inerenti alla sua installazione e accensione (attrezzatura di terra) con successo. Ovviamente ho vinto il premio per il crash più spettacolare, ben 5kg dei famigerati D12-5 con sorpresa (CATO garantito). Ho già in testa come realizzare Blue Moon II e stavolta non peserà più di 800 gr, motore escluso, che vedrete volare al prossimo lancio ad Aerdelta".

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LUCA BENASSI
Bene bene ... devo ancora finire di trasbordare tutto il materiale dall'auto, ma mi fermo un attimo per scrivere qualcosa. Innanzitutto il tempo non è stato molto clemente :(
Venerdì pomeriggio c'era un sole pazzesco ma con vento tremendo. L'anemometro nuovo fiammante di Marco ci tempestava di orrende notizie, tipo raffiche a 35 km/h!!! In pratica abbiamo fatto solo 3-4 lanci. Poi, quando il "ventometro" è cascato a causa del vento, abbiamo deciso che si poteva andare a cenare (naturalmente a base di crescentine).(Non so di chi sia l'uscita del "ventometro", sta di fatto che quello che venerdì era un anemometro, gli altri giorni era un ventometro ... mah!) La cena ha risollevato un po' il morale, ma purtroppo le previsioni del tempo per il giorno successivo erano orride :(
E infatti, Sabato il tempo è stato altalenante tra pioggia, pioggerellina, sprazzi di solo nuvolo e pioggia di nuovo. Facendo delle corse tra la cupola protetta del gazebo e le rampe, qualche temerario è riuscito a fare qualche lancio. Non ho le schede di lancio e non ricordo chi deve elaborarle per cui non sparo numeri. Però durante una pausa pioggia, Marco ne ha approfittato per fare il primo lancio di un motore ibrido in Italia. La complessità in gioco è notevole, sia per quanto riguarda il modello (per forza con elettronica a bordo), sia per l'assemblaggio del motore, sia per l'attrezzatura di bordo. Notare che Marco ha preparato in fretta e furia (a tempo di record) il suo modello nei giorni (anzi, nelle notti, come dice lui) precedenti al MIR e ha ricevuto il motore solo Giovedì sera (pochi giorni prima il motore era ancora negli States). Risultato: il motore ha funzionato regolarmente, per cui tutta la costruzione e assemblaggio erano ok. Il problema però è che il modello era al limite come rapporto peso/potenza per cui a pochi metri dalla rampa si è inclinato ed ha percorso circa 100 m in orizzontale per poi schiantarsi nel grano. Rivedendo i filmati e ripensando al volo, credo sia chiaro che il peso fosse troppo (il modello è stato traslato dal vento rimanendo verticale). Vero anche che se non ci fosse stato vento probabilmente il volo sarebbe stato regolare. Peccato per il modello, ma è stata una prova necessaria e che comunque ha dato il frutto sperato: il motore funziona, l'attrezzatura di terra anche, il sistema d'accensione è ok, come pure l'assemblaggio del modello (peso a parte naturalmente).
Il mega cenone da panico di sabato sera ha definitivamente risollevato l'animo, inculcando in tutti noi l'idea che il giorno sucessivo sarebbe stato bel tempo (confortati anche dalle  previsioni). A fine cena c'erano delle facce da paura! In particolare ricordo Marco che ronfava di brutto e Robles con la testa ciondolante e gli occhi "da bambola". (Da bambola nel senso ... avete presente quelle bambole a cui si aprono e chiudono gli occhi a seconda se sono stese o in piedi? Ecco, uguale) Altro pezzo forte della serata, i racconti dei 3 dell'AMC. C'è stato un punto in cui 4-5 persone (me compreso) stavano piangendo dalle risate. Non riporto alcun brano perchè sono racconti che si possono fare solo a tavola ... ah ah ah :>( L'AMC abbisogna di racconto ad hoc con reportage fotografico, se no la gente non ci crede). E finalmente arriva domenica, ultima giornata del MIR 2003, con sole e vento umano, nel senso che c'era vento ma almeno si poteva lanciare molta roba grossa. E in poche parole abbiamo tentato di recuperare il tempo perduto, e a fine giornata avevamo fatto 65 (mi pare) lanci, molti dei quali con *ottimi* impulsi. Gli svizzeri ci hanno deliziato con voli spettacolari, con tecnologia a bordo e complessità assortite a cui noi ancora non arriviamo. Due chicche veloci per chi non c'era: l'urlo di un motore J che ha impressionato un bel po' di persone anche distanti e l'ultimo modellone di Jurg, un bestione bi-stadio con due motori I a bordo. Da notare che il secondo stadio non si è acceso perchè l'elettronica di bordo (ovviamente in automatico) ha rilevato un'inclinazione superiore al previsto, così per evitare di andare a 10 km per recuperare il modello, non ha acceso il secondo motore. Questo modello aveva una check list simile ad un decollo in elicottero! Fantastico. Il popolo italico non è certo stato da meno in quanto a spettacolo. Ci sono stati vari lanci HPR tutti bellissimi. Primo fra tutti il lancio per la certificazione L1 di Roberto Amoni (ancora COMPLIMENTISSIMI!). E poi il grande ritorno di Domenico Cavazza che dopo 2 anni di inattività ha fatto dei lanci spettacolari. E il C.O.S.O. del mitico Beppe? Partito (Beppe, non il modello!) da quel di Salerno alle 11 di notte del sabato per essere con noi domenica? Grandissimi, sia lui che i suoi modelli, bellissimi e scratch-builded. Purtroppo, sempre a causa del vento, sono saltate tutte le gare :( La gara delle uova non è nemmeno partita (vi era la certezza totale di perdere il modello) mentre per la gara dello streamer è stata fatta una sola prova anzichè le due previste. La vittoria morale dopo la prima manche va a zio Stefo che è anche riuscito a recuperare il suo poppo_non_so_cosa dopo un volo lunghissimo. Io per colpa della gara sono riuscito a perdere ben 2 modelli. Vi racconto come perchè ne vale la pena. Preparo il mio modellino per la gara con lo streamer e lo lancio con un motore B. Va altissimo e all'apogeo ... SI APRE UN PARACADUTE!!! Mannnnnnnnnnnnaggia! Avevo preparato il modello qualcosa come un mese fa per tentare il record di durata per motori A col paracadute e me ne ero completamente scordato. Poi l'ho lanciato con un B ... ed è ancora la che vola :] (Bugia: quando l'ho perso di vista il cronometro segnava 3'09" e qualcosa) Alla luce di ciò ho preparato un altro modellino e dopo averlo testato con un motore A, gli ho caricato un B e l'ho lanciato per la gara dello streamer. Risultato: il grano se l'è magnato. E vabbè :] L'unico mio lancio degno di nota è stato il maiden flight del Longator (un LOC Graduator raddoppiato in lunghezza). Per il suo battesimo ho deciso di sfoderare un bel G80-7 (ottimo motore!). Il volo è stato perfetto fino al deployment, in cui è successo il danno (altamente prevedibile fra l'altro). I due pezzi si sono separati, ma mentre la parte superiore ha spiegato correttamente il suo paracadute, la parte inferiore con a bordo il paracadute più grande, è scesa a folle velocità da un altezza di circa 550 m fino ad impattare la pista carotandola per un buon 20 cm. Grazie al MITICO tubo LOC, mi toccherà tagliare solo un paio di cm e il modello sarà di nuovo pronto. Nota di colore: mentre scavavo via la terra da dentro il tubo con il mio fido cutter, ho trovato un lombricone da competizione. Non oso pensare a cosa possa aver pensato ... poverino :] ... comunque una volta estrattolo con cura, l'abbiamo rimesso in pista.
Bon! Le cose da dire sarebbero ancora molte: le corse col Brucomela ... hi hi hi ... uno sballo, tutte le infinite trovate di Vyger per rallegrare pubblico e modellisti, il *negozio* del Figini sempre aperto :] , l'AMC con ... vabbè, l'ho già detto, ci vuole un report fotografico, e tanto altro. Però devo finire di tirar giù la roba dall'auto e iniziare a nasconderla qui e la tra casa, cantina e garage.
Byebye,
Luca un po' provato, fra allergia e sMIRrata ;)

FRANCESCO ROBLES
Il mio primo MIR è andato e traendo le conclusioni posso dire che è stato fantastico (ovvio), che ho imparato a carteggiare bene le aste, il PVC il Cartone (due giorni di "scartavetratura" dopo il lancio della mia V2 andato male) e inoltro mi sono portato tutti i consigli che mi avete dato che mi hanno davvero fatto capire meglio "come lavorare" sui modelli.
Una conseguenza negativa del MIR è che ora mi è enormemente aumentata la voglia di costruire (a danno del tempo che uso per lo studio!!), sperimentare e imparare tutto sull'hobby soprattutto con il nuovo modello acquistato (Executioner) e con la V2 da riparare  !!!

JACOPO VANNINI (PINZO)
Cosa mi è piaciuto....
- Gli svizzeri
- I modelli degli svizzeri
- I lanci degli svizzeri
- Il perizoma interdentale della svizzera
poi:
- i tantissimi voli HPR che ogni volta mi affascinano come fosse la prima volta
- la gente a spasso nel grano alla ricerca dei "missing in action"
- le stupidaggini del vyger
- i lanci del vyger
- il C.O.S.O.
- l'inventore del C.O.S.O.
ancora:
- le salsicce di sabato ;-)
- la cena di sabato
- il bagno nel grano per cercare l'AMRAAM del Polve, avevo pure le mutande bagnate e i piedi molli che facevano "cia cia" nelle scarpe
- il banchino delle meraviglie di S.F.
 
Beh, insomma, mi sono divertito tantissimo e non abbiamo perso nulla per il buon sistema di ricerca che avevamo istituito, a livello di organizzazione, in caso di grano bisognerebbe organizzare delle battute di ricerca...
è stato il primo MIR dell AMC ed è stato, mi pare, un buon meeting con parecchi voli e tante risate...quando si replica ??? :-))))
--
Pinzo®

RICCARDO PALEARI
è stato il mio primo MIR e certamente ne seguiranno altri.Malgrado la meteo abbia condizionato la giornata di sabato, è stata una bella occasione per ritrovarci tutti assieme e conoscere di persona alcuni di voi che avevo visto soltanto in foto. La cronistoria della "tregiorni" è già stata riportata quindi non mi ripeto; dico solo che domenica ci siamo rifatti alla grande ed è stato un bello show per tutti i presenti. Ho anche notato che non sono l'unico "malato" di riproduzioni e una delle immagini che mi rimarrà stampata nella memoria per molto tempo, sarà quel tavolo del ristorante imbandito di modelli in scala che ha fatto strabuzzare gli occhi a tutti, compreso il "gelido" Juerg e company. Per quanto mi riguarda,  al MIR ho portato al debutto la riproduzione dell'IRIS, un modello costruito con materiale "convenzionale" in netta contrapposizione con lo Scout (tutto in carbonio). L'IRIS è costruito con un tubo LOC da 57 mm, motor mount da 29 mm, fins e anelli di centraggio in compensato e l'ogiva con carta da giornale imbevuta di Vinavil, ossia comunissima cartapesta. L'unica cosa fuori dal comune è l'ogiva che è stata realizzata esattamente con le stesse dimensioni dell'originale, per cui ho dovuto tornire una forma di legno che ho usato come maschio per lo stampo. Il modello ha volato 3 volte: sabato, il volo inaugurale con F40-7, domenica con G64-7 e F40-7. Le altezze raggiunte sono state di 420 m. con F40 e circa 650 m. con G64.
L'ultimo lancio ha messo a dura prova il mio cuore causa il delay, dichiarato per 7 secondi, ma che di fatto ha innescato la carica di espulsione almeno 3-4 secondi dopo; vi assicuro, per me è stata un'eternità!! Ho lanciato anche lo Scout con F40-7, sebbene ci fosse un vento abbastanza teso. Dato che il modello ha delle fins veramente piccole (sono 4 triangolini da 5 cm per lato su un modello lungo 1,27 metri), ho aggiunto del peso in punta per distanziare ulteriormente il CG dal CP e garantirmi maggior stabilità. Il volo è stato regolare, con il delay divenuto leggermente più lungo per via della minor quota raggiunta causa il maggior peso. 400 m. circa la quota raggiunta. Mi hanno colpito per la loro originalità due modelli: lo Scapikol di Cristiano ed il C.O.S.O. di Peppe.
Riccardo
I-MI-19

ROBERTO AMONI
E ora tocca a me,
pensate che venerdì mattina sono partito alle 6 per stare li alle 9 e invece sono arrivato alle 8.30,  sono sempre andato piano e nei limiti, ma forse il MIR fa miracoli e trasforma il tempo (non metereologico), si perchè la giornata di domenica come quella del venerdì sembrasse non finire mai (fortunatamente), ma andiamo con ordine.
Sono contento di aver inaugurato il MIR venerdì pomeriggio con il SUPER  BIG BERTA al suo 15° lancio (non tradisce mai), per poi proseguire sabato con il mio primo G64 (tremano mentre montavo il motore e Marco puo confermare, solo emozione, che spero non finisca mai), ho ancora negli occhi la fiammata blu della mia certificazione (è stato bellissimo vedere il Norad partire con tale forza e volocità, 538 Km/h stimati da RS),  e fortunatamente dal video fatto si vede qualcosa che forse verrà stampato.
Ora vorrei parlare delle persone: sempre bello poter incontrare tutti voi in queste occasioni vedere faccie nuove e riincontrare quelle gia conosciute per rinnovere il lavori fatti da Riccardo ( si potrebbe dire che fai dei miracoli con il Carbonio), per poi passare a Josè tutti quei chilometri ma sempre presente (preparati che mi sto organizzando per venire da te in agosto con gli altri, magari ci scappa anche la vacanza ), vorrei poter ringrazziare tutti coloro che mi hanno dato una mano, a Stefano F, che l'ho impazzito di domande e che mi ha insegnato come si monta un HPR  poi testato e CERTIFICATO (sono talmente contento che mentre camminavo per il ritorno a casa avevo la testa fra le nuvole, le stesse che li mio modello ha sfiorato); ancora, a Peppe che senza le sue tre viti non avrei mai potuto costriure quell'acrocco per poter lanciare lo Small Endeavour, sempre a Marco che risolve i miei problemi con gli E18 sembra una maledizione (come a gennaio se ricordi), a proposito sono passate le 24 da poco quindi TANTI AUGURIIIIIIIIIIIII.
 
Sicuramente ho scoradato qualcosa e qulacuno mi perdoni ma in questo momento sto pensando a come poter mettere su File la V2 di Vyger ripresa da lontano con il motore che scoppietta :-))))
Saluti
Roberto Amoni
I-PG-02
"che ormai lo può anche scrivere" ACME L1 n° 02

ALESSIO BENATTI
Se Dom. è stata quel che è stata, un MIR di tre giorni pieni cosa sarebbe stato? Innanzi tutto se qualcuno fosse stato infastidito dai miei bimbi porgo le mie più ampie scuse, e se pensa che non sia il caso di averli intorno, me lo dica che provvederò per il futuro. I bimbi si sà sono sempre un po (o tanto) invadenti, e quindi talvolta non graditi. Cmq gli Svizzeri sono Svizzeri, e se poi della Svizzera Tedesca, sono praticamente incredibili!
Precisione svizzera e rigore tecnico tedesco!!!.....Ma la fantasia è ITALIANA. Lo stile "rustico" unito al bianco candido del parco missili di Stefano Innocenti che mi riporta alla mente il ricordo di Alberobello! Lo stile "Giocoso" degli arnesi di Vyger che rompono una monotonia latente. O le ardite e/o originali realizzazioni di D'Ambrosio e Cristiano E la fantascentifica (per la tecnica costruttiva) ed inusuale nonchè precisa realizzazione di Riccardo. Senza dimenticare lo spirito Goliardico dell'AMC che aggiunge un'originale tocco di colore (cachi??!!) senza mai cadere nel ridicolo (che dote che hanno i toscani?) E l'uovo dei Rocher volante, e l'abbeveratoio di fagiani...... E.........E.......ecc.
Questo è genio! Si, anche in America qualcuno ha fatto della Bic un micromax, e ne ha fatto un sito.
Ma allora noi quanti siti dovremmo fare?

GIUSEPPE LOFFREDO
Un saluto a tutti da Peppe, dopo un bel po' di tempo riesco a scrivere in lista, anche se non ho mai smesso di leggere i msg che mi arrivavano.
La mia esperienza per guanto riguarda il MIR2002 è stata molto positiva, la mia partecipazione è stata in forse fino al sabato sera quando alle 23.00 dopo aver telefonato per l'ennesima volta a Luca per sapere come fosse la situazione metereologica a Bologna e dopo aver consultato le ultime foto meteosat, decido di partire , a mezzanotte carico la macchina con tutto il materiale, e parto alle 00.30, purtroppo da solo, perché mio figlio con qualche linea di febbre bloccava a casa mia moglie irrimediabilmente (anche lei aveva la sua V2 estes da lanciare)..
Arrivo a Bologna alle 7.30 e all'AERDELTA alle 8.00 c.a. il tempo per fortuna si presentava bello anche se un po' ventoso, il mio primo incontro l'ho avuto con Domenico, e il suo amico (appassionato di astronomia come me).
Poco dopo ho notato tre persone in divisa "cachi  " e la prima cosa che ho pensato, che forse si trattava di personale dell'aeroporto (la stanchezza del viaggio sicuramente si faceva sentire), ma subito ho capito che erano i simpaticissimi dell'AMC (Pinzo & C.).
Le mie intenzioni per il MIR2002 erano piuttosto agguerrite, perché avevo diversi modelli nuovi ed altri risistemati che volevo lanciare.
Sono rimasto (come tutti credo) impressionato dagli svizzeri che maneggiavano missiloni e motoroni (anche noi non scherzavamo), elettronica e check list, in modo molto professionale (chissà magari potevano portare l'Ariane che non avevano lanciato negli USA..  ;-))))).
Certo che il Black Brant X con motore J415 è stato davvero impressionante.
I modelli presenti al MIR erano veramente tanti e tutti bellissimi. Peccato che non abbiamo fatto foto di gruppo   :-((((
Io da parte mia ho lanciato il RECYCLED con motore C6-3 recuperato senza problemi, poi e toccato allo Junior ( versione small del C.O.S.O.) che purtroppo ha effettuato l'espulsione a pochi metri da terra , quindi è andata in frantumi la parte trasparente (la forma ad uovo), mi toccherà aspettare la prossima pasqua per rimetterlo a posto.
Un altro lancio molto importante è stato quello del C.O.S.O. ver. 3.0 infatti dopo due versioni con motore da 24mm (non andati a buon fine) la terza con motore da 29mm ha funzionato egregiamente, una nota di merito la devo fare ai motori G38-4 econojet single use dell' Aereotech che nonostante i 902 gr di peso, hanno spinto il C.O.S.O. molto in alto senza nessuna esitazione con una scia di fumo nera molto coreografica . L'atterraggio è stato dolcissimo con il paracadute da 1 mt. nel grano a pochi metri dalla rampa, il lancio l'ho ripetuto con successo dopo un paio d'ore.
Un altro modello che non aveva mai volato, o meglio è sempre partito, ma  ha sempre crashato, era il PDOR1, accorciato dopo l'ultimo botto al MIR2001, il motore utilizzato era un E18-7, tutto ok per il lancio, il deploy, e l'atterraggio (anche questo vicino la rampa).
Nel frattempo avevo preparato anche il Black Brant II (1,72 mt x 90 mm di dia.) con il motore S.I. G80-7, ma il vento piuttosto forte e la quota prevista con Rocksim di 450 mt c.a., mi avevano fatto desistere, almeno per il momento.
Un altro modello che già aveva volato al MIR2001 era il Mini.Otrag armato con 4 motori D12-7, per l'accensione ho utilizzato quattro accenditori professionali, che mi hanno impressionato  perché nell'istante in cui Tommaso (LCO) ha premuto il pulsante contemporaneamente senza alcuna esitazione tutti e quattro i motori si sono accesi, mandando su a 350 mt c.a. il modello, dopo il delay  i 4 "poff" delle cariche di espulsione, e quindi giù con il paracadute da 80 cm.
Questa volta il recupero è stato molto lungooo (c.a. 4/500 mt ).
Poi un po' l'euforia per i lanci riusciti, e la partenza di un gran numero di modelli HPR recuperati ad una distanza "accettabile" mi hanno spinto a preparare la rampa con asta  da 8 mm e quindi il B.B.II per il lancio, devo dire che la tensione era tanta, infatti era la prima volta che lanciavo un modello cosi grande e con un motore cosi potente (G80-7), pensavo a tutti i componenti utilizzati per la sua costruzione, che sapevo essere anche sovradimensionati, e di non essere stato per niente avaro con la epoxy "2-TON" durante l'assemblaggio.
Viene effettuato il countdown, il classico buffetto dell' chopperhead, e il BLACK BRANT II è filato via in modo incredibile altissimo, ottimo anche il delay di 7 secondi utilizzato, al quale è  seguito il deploy con l'apertura del paracadute in nylon da 1.20 mt (realizzato con molta cura da mia moglie) Che ha portato giù il modello senza intoppi a circa 600 mt dalla rampa (ero appena tornato dal recupero del Mini-Otrag :-((((   ).
L'ultimo lancio l'ho effettuato con l' E.E.S.B.B. con motore E28-4 questa volta l' apertura anticipata del paracadute, (le cause sono da accertare) ha costretto il modello in piena accelerazione ad una brusca frenata (un altro test positivo x i  paracadute di mia moglie).
Effettuato il recupero, ho riscontrato solo un piccolo taglio fatto dalla shock-cord sul bordo  del tubo (un cm), facilmente riparabile.
Per finire del Mir2002 ricordo alcune cose in particolare:
Il motore J415
I Dual deployment vari
Il Mirage di Domenico
La V2 di Stefano (Vyger)con l' E15 scoppiettante
Il bistadio Quantum Leap
Il C.O.S.O. (eh! eh! eh!)
Il bistadio di Stefano (Vyger) con fuga dell'omino
Il fischio in fase di rientro (senza paracadute) della parte inf. del modello di Luca
Il Mean Machine di Roberto che si contorce durante il volo
E tante tantissime altre piccole cose avvenute durante questo  MIR
La sera sono partito alle 20.20 c.a con arrivo a Salerno alle 5.00 del mattino di Lunedi.
Ciao Ciao Peppe

STEFANO FIGINI
- Tutti siamo stati colpiti dai modelli degli svizzeri. Consiglio di notare sia come sono realizzati (finitura, soluzioni tecniche) sia come vengono preparati. In generale il loro approccio è di tipo professionale, ovvero non fanno un modello giusto per sbatterlo in aria, ma costruiscono un vero missile in miniatura, con tutte le soluzioni tecnologiche appropriate.
- Il nostro livello è molto buono e migliora sempre di più. Andiamo avanti così e facciamo sempre meglio.
Da notare in particolare:
- Domenico Cavazza ha sempre dei bei modelli, molto ben fatti, ed è scrupoloso nel lanciarli. Inoltre è uno dei pochi che ha il coraggio di lanciare un Arreaux con un G33 e se ci fosse stato meno vento anche con un G64.
- Roberto Amoni ha conseguito la seconda certificazione L1 ACME con un modello ben costruito, e anche lui ha avuto una buona dose di coraggio dato che il modello era abbastanza piccolo e il motore piuttosto potente. Anche Roberto ha dimostrato molta precisione e scrupolo anche nella preparazione (il suo tavolino sembrava il tavolo di un orefice...). Congratulazioni, Robbè!
- Di Riccardo sappiamo tutti la bravura nella costruzione e nella preparazione. I suoi modelli hanno destato molto interesse segno che la buona fattura è molto più attraente delle dimensioni.
- La partecipazione alla gara Sport Scale èstata buona, migliore delle altre due gare. Anche in questo caso si è notato che non serve per forza avere modelli grandi, ma è importante fare dei bei modelli. Juerg e Co. sono rimasti molto ben impressionati dai nostri modelli in scala e penso sia lo stesso per chiunque altro li abbia visti.
- Il gruppo AMC si fa notare per le bizzarrie, ma questo non toglie che i modelli sono ben fatti e le idee sono buone. Complimenti davvero, avanti così.

Gli album fotografici completi sono visibili su: ARGOS e SPAIN ROCKETRY

ACME ringrazia gli autori delle fotografie per la gentile concessione